Allora cari amici e amiche, come va?
Sono stata impegnata e così non ho potuto scrivere per alcuni giorni. Ma adesso sono qui con voi e vi voglio parlare di favole. Ma di favole particolari. Vi dicono niente i nomi Esopo? E di Fedro?
Che cosa è una favola? Un brevissimo racconto da cui si ricava una morale. Un modo per insegnare qualche cosa.
Esopo (nato nella Frigia in schiavitù, sarebbe vissuto ad Atene nel VI secolo a.C.) con le sue favole insegna la morale della vita.
A lui si sono ispirati il latino Fedro (visse nei primi anni dell’epoca imperiale, tra il 20 a.C. e il 50 d.C.) ), il francese La Fontaine (... ) e il romano Trilussa (... ) e con una storiella molto divertente anche Woody Allen: “Il leone e il vitello giaceranno insieme, ma il vitello non dormirà molto”.
I protagonisti delle sue favole sono il lupo, il leone, la rana, l’asino, animali ai quali egli attribuisce virtù e vizi umani e attraverso i quali egli insegna ai fanciulli e anche agli adulti, divertendoli.
Riporto di seguito la storiella del lupo e dell’agnello.
Un lupo vide un agnello che beveva ad un torrente e pensò di trovare un pretesto per aggredirlo e mangiarlo. Pur stando a monte cominciò ad accusarlo di insudiciare l’acqua così che egli non poteva bere. L’agnello gli fece notare che si trovava a valle e quindi non poteva intorbidare la corrente a monte. Senza quel pretesto il lupo gli disse: “Ma tu sei quello che l’hanno scorso ha insultato mio padre”. L’agnello gli spiegò che l’anno scorso non era ancora venuto al mondo. “Bene”, disse il lupo, “se tu sei così bravo a trovar delle scuse, io non posso mica rinunziare a mangiarti”. E se lo mangiò.
La favola dimostra che contro chi ha deciso di far un torto non c’è giusta difesa che valga."Volt’era in su la favola d’Isopo – Lo mio pensier per la presente rissa, - Dov’el parlò della rana e del topo".
Anche Dante nella “Divina Commedia” (Inf. XXIII, 4-7), allude ad una favola di Esopo, quella in cui si narra del Ranocchi che cercava di ingannare e sommergere il Topo, che portava sul dorso, e del destino di entrambi catturati dal Nibbio:
Ci sentiamo domani amici con un’altra favola. Questa volta di Fedro.
sabato 5 aprile 2008
Animali con vizi e virtù umane
giovedì 13 marzo 2008
La mostra di Miro' a Ferrara

La mostra è organizzata nel seguente modo: ci sono 9 sezioni cronologiche e tematiche che ripercorrono l’intera attività dell’artista attraverso i dipinti, le sculture, i collage e i disegni. Le sue prime opere furono realizzate tra il 1918 e il 1921 a Montroig, nel sud della Catalogna, dove soggiornava spesso. I paesaggi di Montroig sono stati realizzati minuziosamente, tegola per tegola, foglia per foglia, ramo per ramo. Trasferitosi poi a Parigi da vita ad una nuova tipologia di paesaggi.
(Joan Mirò Sole rosso 1967)Grazie all’incontro con l’ambiente dadaista, la sua visione del mondo si trasfigura in una dimensione onirica. Il pittore abbandona la concretezza che caratterizza le opere precedenti e crea un mitico spazio abitato da figure archetipe. L’importanza della memoria e la ricerca delle origini lo hanno portato a realizzare nel 1927 una serie di paesaggi, di grande formato, legati al mito della genesi. Realizza tra il 1929 e il 1931 i collage, l’assemblaggio e le opere tridimensionali. Ritornato ad interessarsi alla la terra e precisamente ai più svariati tipi di materiali, li sceglie e li associa con libertà totale. Nella mostra vi sono anche una serie di opere ispirate al mito di Plutone, dio degli inferi, e al tema della fertilità.
Fin dall’antichità infatti il concetto di fertilità era legato al mondo sotterraneo da dove si immaginava avesse origine la linfa vitale. L’artista realizza opere dedicate a questo tema e sperimenta nuove materiali come lastre di rame, e dipinti su masonite. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiate ritorna a Montroig e nelle sue opere compaiono figure alate, malinconiche ed ostili. La mostra si chiude con le opere realizzate nello studio di Palma di Maiorca nel 1956 dove l’artista catalano sperimenta tecniche svariate e oggetti eterogenei riflettendo sul ciclo della vita, l’eterna trasformazione della materia, la vita e la morte.
A proposito, il giorno in cui sono arrivata a Rimini sono andata a pranzo in un piacevole agriturismo nell’entroterra riminese, vicino alla località Borghi, dal nome molto romantico: Angels Hill Farm. Si trova proprio su una collina, circondato da verdi rilievi. Vicino al casolare c’è una moderno ricovero per i cavalli. E’ tutto nuovo e molto accurato.
La sala da pranzo, dove abbiamo mangiato, si affaccia sul verde e su un bosco di ulivi. Ad un certo punto fra i cespugli ha anche fatto capolino un fagiano. Il menù: dopo l’antipasto, piadina con stracchino e rucola e prosciutto, ho gustato i cappelletti romagnoli in brodo e dei buoni tagliolini con il sugo di maghetti. Il secondo, tipico della cucina romagnola, era composto da agnello, salsiccia, costolette arrosto, con i buoni contorni di queste parti, erbette e pomodori gratinati.
Ho assaggiato invece la porchetta e il pane casereccio, entrambi cotti nel forno a legna dal titolare.
Un pranzo molto piacevole e che si è rivelato anche molto poco costoso.
Vi racconterò poi le mie impressioni sulla mostra.
Ho assaggiato invece la porchetta e il pane casereccio, entrambi cotti nel forno a legna dal titolare.
Un pranzo molto piacevole e che si è rivelato anche molto poco costoso.
Vi racconterò poi le mie impressioni sulla mostra.
Un pittore surrealista
Hello my dear friends,
How are you? I am fine. Thanks!
Sono tornata a Rimini per qualche giorno, avevo voglia di vedere il mare, di respirare l’aria salmastra e perché no, di fare qualche corsa sulla spiaggia. Ho trovato un posto molto bello dove soggiornare, questa volta vado a Viserba, e ho scelto la formula bed-and-breakfast; ho intenzione infatti di andare a vedere a Ferrara la mostra “Mirò: la terra”, presentata da Ferrara Arte nel Palazzo dei Diamanti, dal 17
febbraio al 25 maggio 2008. Di Mirò so poche cose, ma naturalmente prima di visitare la Mostra mi documenterò a dovere.
Sono tornata a Rimini per qualche giorno, avevo voglia di vedere il mare, di respirare l’aria salmastra e perché no, di fare qualche corsa sulla spiaggia. Ho trovato un posto molto bello dove soggiornare, questa volta vado a Viserba, e ho scelto la formula bed-and-breakfast; ho intenzione infatti di andare a vedere a Ferrara la mostra “Mirò: la terra”, presentata da Ferrara Arte nel Palazzo dei Diamanti, dal 17

So ad esempio che ha militato nel movimento surrealista e che con il suo percorso artistico ha contribuito allo sviluppo di alcune tra le più importanti correnti d’arte del Novecento.
See you later.
mercoledì 5 marzo 2008
Words
Good afternoon, my name’s Marina, how do you do?
(Nel presentarsi si saluta, si dice il proprio nome e si dice “piacere” – la risposta ad “How do you do?” è sempre “How do you do?”
Un po’ di note particolari a proposito della lingua inglese.
Aggettivi: fair/unfair. Tali aggettivi sono molto usati, infatti i bambini imparano subito a dire “Unfair!” quando vogliono criticare una decisione dei genitori o di un compagno di giochi. Tale aggettivi non hanno un corrispondente in nessuna altra lingua. Non c’è un’unica parola italiana che si può usare per “fair”, ma si può tradurre con corrette, equo, leale, onesto.
Forme di cortesia: (Please – Thank-you – Would you please…. – Could you…..) le forme di cortesia sono usate anche tra parenti e amici intimi, in certi posti si preferisce usare un linguaggio più diretto. Es.: “Passami il sale” e non “Vorresti essere così gentile da passarmi il sale”
Understatement: I dizionari traducono queste termine con: affermazione troppo modesta, dichiarazione attenuata.
Legato all’understatement è la precisione, infatti gli inglesi non diranno mai “tutti” quando ci si può limitare a dire molti.
Es.: le persone non sono basse, sono in realtà non molto alte: not very tall; le persone non sono antipatiche, sono in realtà non molto simpatiche: not very nice
Little white lies: Sono le piccole bugie che sono indispensabili alla vita sociale. Gli inglesi le hanno battezzate così.
Bibliografia: Anna Wierzbicka, “English”, Oxford University Presso, Oxford
(Nel presentarsi si saluta, si dice il proprio nome e si dice “piacere” – la risposta ad “How do you do?” è sempre “How do you do?”
Un po’ di note particolari a proposito della lingua inglese.
Aggettivi: fair/unfair. Tali aggettivi sono molto usati, infatti i bambini imparano subito a dire “Unfair!” quando vogliono criticare una decisione dei genitori o di un compagno di giochi. Tale aggettivi non hanno un corrispondente in nessuna altra lingua. Non c’è un’unica parola italiana che si può usare per “fair”, ma si può tradurre con corrette, equo, leale, onesto.
Forme di cortesia: (Please – Thank-you – Would you please…. – Could you…..) le forme di cortesia sono usate anche tra parenti e amici intimi, in certi posti si preferisce usare un linguaggio più diretto. Es.: “Passami il sale” e non “Vorresti essere così gentile da passarmi il sale”
Understatement: I dizionari traducono queste termine con: affermazione troppo modesta, dichiarazione attenuata.
Legato all’understatement è la precisione, infatti gli inglesi non diranno mai “tutti” quando ci si può limitare a dire molti.
Es.: le persone non sono basse, sono in realtà non molto alte: not very tall; le persone non sono antipatiche, sono in realtà non molto simpatiche: not very nice
Little white lies: Sono le piccole bugie che sono indispensabili alla vita sociale. Gli inglesi le hanno battezzate così.
Bibliografia: Anna Wierzbicka, “English”, Oxford University Presso, Oxford
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