domenica 25 maggio 2008

Kafka sulla spiaggia

My dear friends

un po’ di tempo fa avevo parlato di uno scrittore giapponese di nome Murakami. Il 4 marzo è finalmente uscito il "nuovo" libro di Murakami dal titolo KAFKA SULLA SPIAGGIA (titolo originale: umibe no kafka).

Murakami Haruki - Kafka sulla spiaggia - Traduzione di Giorgio Amitrano
2008 - Supercoralli - EINAUDI - pp. 522 - costo 20 euro

Si tratta di un libro del 2002, pubblicato ora in Italia e mi ha incuriosito un articolo che ho letto sul giornale La Repubblica sabato 8 marzo 2008.
Un breve riassunto del libro: ci sono 2 personaggi principali, un quindicenne di Tokyo, molto maturo per la sua età, che usa il soprannome di Kafka e che è scappato di casa senza un motivo apparente, salvo il desiderio di staccarsi dal padre. Il secondo personaggio è Nakata, un “idiota” nel senso dostoevskiano del termine, che vuole raggiungere la città di Takamatsu nel sud del Giappone (Nakata ha una dote molto particolare che scopre lungo il viaggio: riesce a parlare con i gatti). Quello che interessa l’autore è “la irrealtà che circonda la nostra esistenza, una tempesta di sabbia da cui siamo travolti dalla nascita alla morte e che dovremmo riuscire ad attraversare senza paura. La tempesta per quanto simbolica lacera la carne come mille rasoi. Quando la tempesta è finita chi ci è passato in mezzo può essere certo di una sola cosa e cioè che non è più la stessa persona che vi era entrata. Ogni personaggio del libro compie questo viaggio per liberarsi dai suoi fantasmi. Lo fa Nakata che non sa che cosa voglia dire pensare, lo fa il bibliotecario Oshima che protegge il giovane Kafka, lo fa Saeki che si avvicina alla morte e scrive punto per punto il proprio passato, Lo fa Hoshino un uomo semplice che viene proiettato in un mondo fantastico grazie a Nakata e infine lo fa Kafka che per ritrovarsi deve arrivare ai confini del mondo. Vuole guardare in faccia la morte per continuare a vivere.

«The best way out is always through», scriveva Robert Frost. Ogni viaggio dovrebbe servire ad avvicinare quello che si pensa di sapere con quanto si sa.