giovedì 10 gennaio 2008

Le parole di Gesù sulla croce

10/01/2008

…….si rivive quella vicenda che come diceva in un verso del suo Evangeliaire (1961) il poeta francese Pierre Emmanuel: “E’ da duemila anni che i tuoi passi sanguinano per le strade, o Signore”.
Gesù aveva pronunciato quelle “sette parole” che Haydn ci ha offerto in una emozionante resa musicale. Ai crocifissori: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno!” (Luca 23,34). Alla madre e al discepolo prediletto Giovanni: “Donna, ecco tuo figlio! Ecco tua madre!” (Giovanni 19, 26-27). Al malfattore pentito: “In verità ti dico: oggi sarai con me nel paradiso” (Luca 23,43). “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, citazione del Salmo 22 (Matteo 27,46). “Ho sete” (Giovanni 19,28). “Tutto è compiuto!” (Giovanni 19,30). “Padre, alle tue mani affido il mio spirito”, citazione del Salmo 31 (Luca 23,46).

mercoledì 9 gennaio 2008

In vacanza a Rimini

Ciao cari amici,
sto scrivendo velocemente un paio di cose perché voglio studiare la mia cassetta di inglese, quella avuta in omaggio con la Repubblica. E’ mercoledì pomeriggio e sono in camera mia nel mio Hotel 2 stelle Rimini. Sono ancora qui per qualche giorno di vacanza. Mi trovo sempre molto bene anche secondo me l’inverno è una stagione molto malinconica e l’euforia e il rumore delle feste non fanno che accentuare questa sensazione. Soggiornare in una località di mare, d’inverno, finiti tutti i festeggiamenti, poi è il massimo della malinconia! Molto diversa è invece la situazione a Rimini d’estate. Gli alberghi rimini sono pieni di turisti, che usufruiscono di piscina, sala fitness, sauna, aria condizionata, sala televisione, con antenna naturalmente satellitare, servizio internet. Che cambiamento rispetto alle pensioncine a gestione familiare della mia infanzia. Allora si veniva a Rimini per andare al mare e non per andare in piscina.

Ma torniamo a Woody Allen e all’ingenuo Jerry Falk, suo protagonista di Anything Else.

.....Ma non è l'unico paradosso che destruttura l'universo alleniano: lui, l'uomo mite e indifeso per antonomasia, qui esalta una filosofia di sopravvivenza aggressiva: restiamo sorpresi quando lo vediamo spaccare a colpi di crick il parabrezza dell'auto di due muscolosi prepotenti e quando racconta di aver sparato ad un poliziotto, che aveva detto che "Auschwitz era un parco a tema".

Il peso della storia - quella ebraica -, si sviluppa nel gioco dell'alter-ego. Dobel è ossessionato dalla memoria dell'olocausto, ammonisce che "il mondo è il cancro, l'elettrochoc e la camera a gas". Nel suo transfert liberatorio Allen discorre ancora una volta di arte, vita e sesso ("sentirsi rifiutare i rapporti provoca il cancro..."), concede anche una possibilità alla precarietà dell'esistenza ("anche un orologio fermo, due volte al giorno segna l'ora giusta"), diffida della pratica dell'analisi, lascia al tassista di turno il riformulare, in chiusura, la frase-titolo di questa sua opera: il mistero inesplicabile della vita? "You know? It's like anything else". È come tutto il resto della vita.

Presentato come film di apertura alla Mostra del Cinema di Venezia del 2003, "Anything Else" ha riscosso grande successo di pubblico, ma soprattutto ha rivelato, se possibile, un nuovo aspetto della personalità del regista: si tratta infatti di uno dei film più duri, di tutta la produzione del regista, e se si tiene conto che Allen non è mai molto tenero nelle sue critiche sociali ci si può fare un'idea di che cosa ci aspetta.

Con la sua crudele ironia ed il suo brutale sarcasmo, Dobel svela a Jerry aspetti della vita su cui difficilmente ci soffermiamo; chi di noi vorrebbe vivere pensando a tutto quello di negativo e di sbagliato c'è nella propria società? Non cerchiamo forse tutti di vedere e di cogliere solo il meglio della vita di cui facciamo parte? Ebbene, David Dobel, con il suo pessimismo, apre gli occhi all'illuso Jerry, svelandogli aspetti del suo mondo che egli si rifiuta di cogliere.

Interessante il ruolo che Allen si è riservato in questo film; non è più sua la parte dell'uomo inadatto al vivere, che non si sa relazionare, vittima delle mamme, delle mogli, delle fidanzate, ma del suo alter-ego, Jason Biggs che ha oggi questo ruolo ("Vorrei suicidarmi, ma ho talmente tanti problemi che non sarebbe una soluzione"). Allen tiene per sé la parte di un uomo che è uscito dall'esperienza della vita con tanta rabbia, odio sociale, disillusione e complessi, e che ha deciso di ribellarsi, sia pure attraverso vie non del tutto legali. La colonna sonora è realizzata con la pacata e sensuale voce di Billie Holliday. Titoli alleniani: scritta bianco su sfondo nero e presentazione degli attori in rigoroso ordine alfabetico (il che gli consente, salvo eccezioni comunque calcolate, di apparire sempre per primo!).
A più tardi.

sabato 5 gennaio 2008

L'ultima sera dell'anno al Ristorante "I tre re"

04/01/08
Buongiorno, e buon inizio anno

si lo so sono un po’ seria ma mi sono resa conto che ho chiamato il mio blog parliamo inglese e invece parlo quasi sempre in italiano, ma ho incominciato a studiare informatica con il mio mentore, parlo di web, scrivo qualche articolo, provo il linguaggio html e così ho quasi abbandonato lo studio di questa lingua straniera. Adesso incomincio una nuova raccolta di dvd-cd con il giornale La Repubblica per un nuovo corso di Inglese. Vedremo come andrà a finire.

Vi devo raccontare dove sono andare l’ultima sera dell’anno 2007. Vi avevo detto che sarei andata a Rimini , e così ho fatto. Ho soggiornato in un bel alberghi rimini, che però non è sulla costa ma nell’entroterra.

Ho fatto questa scelta perché per l’ultima sera dell’anno sono stata invitata nel “Ristorante I tre Re”. Con poche altre coppie eravamo nella sala riservata chiamata "Cagliostro". Appena arrivati, siccome eravamo in anticipo (qualcuno aveva fame!), ci hanno fatto accomodare in una saletta riservata e nell’attesa ci hanno offerto un calice di vino bianco. L’antipasto ci è stato offerto in una sala comune dove il buffet comprendeva: ostriche, parmigiano reggiano a scheggie, mortadella e prosciutto tagliati a richiesta, piadina, pizzette, e dei saporiti crostini. Siamo poi saliti alla Sala Cagliostro.

Volevo parlarvi un po’ di un film di Woody Allen che ho rivisto qualche giorno fa e che mi è piaciuto ancora di più della prima volta, il film è Anything Else. A cosa serve avere un alter-ego? A distaccarsi da sé stessi, a guardarsi dall'esterno, ad entrare in dialettica con se stesso, a rileggere le proprie manie e scoprirne di nuove.
In Celebrity Allen aveva sentito il bisogno di un sostituto sulla scena che lo rappresentasse, qui invece si sdoppia, e relega per sé un personaggio di spalla. Lui è David Dobel, professore di un Liceo Pubblico e autore di testi alle prime armi, che fa da mentore a un giovane scrittore comico, al quale dispensa grazie alle sue esperienze di vita pillole di saggezza.
L'attore Jason Briggs presta la sua incertezza giovanile ad un personaggio che di Allen incarna tutte le fisime e le nevrosi.

Si perde per un amore che non trova rispondenza nella contraddittoria Amanda (Christina Ricci), le dinamiche familiari si estremizzano a causa di una suocera invadente e bizzarra, le sedute psicanalitiche sembrano irrisolute a causa dello sconfortante silenzio dello strizzacervelli di turno, non manca uno scalcagnato agente teatrale (Danny De Vito), incapace e morbosamente legato al suo solo cliente.
Jerry guarda in macchina (come faceva Woody nei suoi primi film) e parla con noi e con il collega più anziano David Dobel, per sbrogliare la sua tormentata matassa amorosa e professionale, e proprio David-Woody (che non ha mai voluto lasciare la sua Manhattan!) lo incita a lasciare a tutto e fare il grande salto: trasferirsi in California dove lo aspetta un nuovo lavoro e sicuramente una nuova vita.
Eh, certo che è uno strano suggerimento, ricordo che in un suo precedente film Woody Allen, mi sembra Io e Annie, si sente male fisicamente proprio all’idea di andare in California.

A poi, con entrambe le storie, non siete curiosi di sapere come ho festeggiato e che cosa ha fatto il giovane Jerry?

giovedì 3 gennaio 2008

Iniziamo a studiare i filosofia

03/01/2008
Good Morning my dear friend
Ho deciso di iniziare l’anno dando un impronta più culturale al mio blog e così cercherò di parlare per incominciare, di filosofia. Ho scelto Arthur Schopenhauer solo perché ho aperto un giornale e c’era un articolo che parlava di lui, altrimenti sai quanto tempo avrei perso per organizzare il lavoro!!
Così incominciamo. Di Lui dicono che sapeva pensare e scrivere..
Ho letto che per leggere e comprendere Schopenhauer non c’è bisogno di grandi mediazioni. Anche se a leggere solo il titolo delle opere suggerite viene mal di testa: “Mondo come volontà e rappresentazione” e “Parerga e paralipomeni”, opera pubblicata nel 1851 che gli valse un tardivo e insperato successo.
Nel capitolo “Pensare da sé” si legge che “soltanto i propri pensieri fondamentali possiedono verità e vita. Perché soltanto questi si comprendono a fondo, realmente e completamente. I pensieri altrui letti nei libri sono gli avanzi un pasto altrui….”. Per cui esorta a non diventare bibliofilosofi ma ad ascoltare il vero filosofo che alberga in ognuno di noi. Per di più oggi l’opportunità di pensare da sé è consentita ad un numero di persone più elevato rispetto ai tempi di Schopenhauer.
Su un punto non è stato molto chiaro. Ha chiamato volontà il concetto fondamentale della sua filosofia, ciò ha generato infinite confusioni in quanto sembra rimandare a qualche cosa di umano, alla libertà del volere. Invece lui non ha in mento questo in quanto parte dall’idee di noumeno, ciò che è reale sta aldilà della nostra conoscenza.
Avrebbe fatto meglio a chiamarla energia. Seguendo le orme di Kan concepì le infinite galassie come materia in movimento, tutta la materia poteva essere trasformata in energia.
Non ha niente a che fare con la volontà. Schopenhauer, che era ateo espresse la approvazione per forme di ascetismo e automortificazioni immaginando una serie di stadi necessari per il rifiuto finale e definitivo della volontà. Qualche cosa di simile al nirvana dei buddisti. Non so se è tutto chiaro, probabilmente dovrò ritornare sull’argomento. Domani vi racconto che cosa ho fatto l’ultima sera dell’anno.
Good night.