giovedì 31 gennaio 2008
Some idiomatic words
Ho ripreso a studiare inglese, certo vado molto piano, ma ho deciso di non abbandonare, anche qualche piccola cosa può servire per mantenermi in allenamento. http://www.ispeackenglish.eu/
Quando ci si incontra:
Salve/ciao: Hello – Hallo/Hi (Am)
Ciao, come va?: Hello. How are you doing? Hey. What’s up? (Am)
Buongiorno: Good morning – buona mattina (fino alle 12.00) –
Good afternoon – buon pomeriggio (dalle 12.00 al tramonto)
Buonasera: Good evening – Good night
Buona notte: Good night
Differenza fra evening e night: il termine evening si usa dal tramonto fino alle 19.00 o 20.00, il termine night si usa anche dopo le 19.00 o 20.00.
Quando ci si lascia:
Ciao, ci vediamo: Cheers – Take care (Am)
Ciao, a presto: See you – See you soon – See you later
Ciao, arrivederci: Bye – Goodbye
Nota bene:
Buona giornata: Have a nice day!
Grazie, anche a te: Thanks (the) same to you.
See you later
martedì 29 gennaio 2008
Vocaboli inglesi
Ho deciso di trascrivere alcuni vocaboli inglesi che non conosco e che devo studiare. Se avete voglia studiateli anche voi. Credo che imparare i vocaboli sia il primo passo dello studio di una lingua. http://www.ispeackenglish.com/
sabato 26 gennaio 2008
Una vacanza culturale a Rimini
In questi giorni si può visitare anche la mostra dedicata a Guido Cagnacci, protagonista del Seicento tra Caravaggio e Reni e promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.
Se siete interessati all'arte e volete vedere queste opere, e se sono riuscita ad incuriosirvi, ci sono diverse e vantaggiose occasioni di soggiorno presso gli hotel di Rimini e dintorni.
Match Point Vs. Crimes and Misdemeanours – Un dialogo da un film di Woody Allen
Non vedevo l’ora di dirlo: uscendo dalla visione di Match Point mi sono sentita contenta per aver visto un gran bel film. In particolare si tratta di uno dei film più belli di Woody Allen, uno degli autori cinematografici che fanno contribuito a far nascere la mia passione per il cinema.
Dopo un lungo periodo di assenza è tornato ai bei film di un tempo e per farlo ha scelto una storia dalle tonalità nere come nel suo capolavoro Crimes and Misdemeanors, del 1989, e le tematiche che animavano parte del plot di quell’opera.
Dialogo tra i due protagonisti del film:
Judah: Sa, la mia storia ha uno stranissimo risvolto. E la storia di un uomo che ha avuto tutto dalla vita. (...) e che per mantenere quello che ha conquistato compie un orribile crimine. Dopo aver commesso l'orribile fatto è tormentato dal senso di colpa. Reminiscenze dell'educazione religiosa, che lui aveva respinto, si destano all’improvviso. E risente la voce di suo padre... immagina che Dio stia vedendo ogni suo movimento. Tutt'a un tratto l’universo non è più vuoto ma... ha una morale e lui l’ha violata. Adesso è in preda al panico, sull'orlo del crollo nervoso. Vuole confessare tutto alla polizia. E poi, una mattina, quando si sveglia, il sole risplende, la sua famiglia è attorno a lui e, misteriosamente, la crisi è finita. Parte in vacanza in Europa con la famiglia e, dopo qualche mese, scopre che non verrà punito: l’assassinio è stato attribuito a un altro, un vagabondo che è già accusato di numerosi altri delitti... uno più uno meno, per lui non farà molta differenza. Così adesso è libero, la sua vita è di nuovo normale, è rientrato nel suo mondo di ricchezza e di privilegi.
Cliff Stern: Si, ma non potrà mai essere tutto come prima.
Judah: Beh, la gente si porta appresso i suoi peccati. Oh, forse, qualche volta ha un brutto momento, ma poi passa. E col tempo tutto svanisce.
Cliff Stern: Sì, ma, ma così le sue peggiori convinzioni vengono confermate.
Judah: Beh, l'avevo detto che era una storia agghiacciante, no?
Cliff Stern: Non lo so, Dev'essere molto duro vivere con un peso così sulla coscienza. Penso che pochissimi potrebbero.
Judah: Ma la gente si porta appresso azioni spaventose. Cosa vuole che faccia, che si costituisca? Insomma, questa è la realtà, e nella realtà noi razionalizziamo, neghiamo perché altrimenti non potremmo continuare a vivere.
Cliff Stern: Beh, ecco cosa farei io. Lo farei costituire perché così la sua storia assurgerebbe a una dimensione tragica, perché in assenza di un Dio o altro, Lui è costretto a assumersi quella responsabilità... e allora si ha la tragedia.
Judah: Ma questa è fiction, è cinema... Lei... lei vede troppi film. Io invece sto parlando della realtà. Se vuole un lieto fine, vada a vedere un film di Hollywood.
Insomma un finale devastante come nel film Match Point e di cui parlerò.
mercoledì 16 gennaio 2008
Carnevale a Rimini con la famiglia Addams
Mancano 20 giorni a Carnevale e io ho già ricevuto qualche invito. Credo che fra le tante località dove si svolgono feste e manifestazione sceglierò la città di Rimini. Anche perché da questa città, dove in effetti posso soggiornare a costi contenuti, farò una visita al Carnevale di Venezia e di Fano. Inoltre gli alberghi Rimini offrono anche d’inverno tutti i confort, riscaldamento, aria condizionata, piscina riscaldata e coperta.
L’argomento della festa a cui sono stata invitata è la famiglia Addams, quindi credo che saremo tutti vestiti di nero, truccati con fondotinta molto chiaro per dare un pallore mortale, ci saranno pipistrelli, ragnatele, ragni, piante carnivore (tutto in plastica e gomma naturalmente).
Ne approfitto per parlarvi un po’ di questa strana famiglia.
“La famiglia Addams” è nata nel 1935 come strip di fumetti ad opera di Charles "Chad" Addams sulle pagine del "New Yorker" ed è composta da numerosi membri, l'uno più incredibile dell'altro. Ne fu tratta anche una serie fu messa in onda venerdì 18 settembre 1964 sull'ABC, tra le 8.30 e le 9.00 del mattino.
Il capo famiglia è Gomez Addams, ricco ed eccentrico, ama tirare di scherma e rilassarsi nella stanza delle torture, legato a qualche strumento di tortura. Al suo fianco ancheggia dolce e suadente, agghindata con lunghi abiti neri la splendida moglie Morticia (che lo fa impazzire di desiderio quando parla francese). Morticia indossa sempre lunghi abiti nero e ama collezionare gambi di rose, recidendo via i boccioli e coltiva piante carnivore nel giardino d'inverno.
Gli Addams vivono felicemente in una tetra villa con vista sul cimitero e sono convinti di essere una tipica famiglia americana come tante altre. Ma basta gettare uno sguardo nel salone della casa, dove troneggia un gigantesco orso bianco imbalsamato, per rendersi conto che il gusto e le abitudini degli Addams non sono per nulla comuni. Tuttavia è molto difficile trovare una famiglia più affiatata, dove i genitori si amano tanto, sono affettuosi e pazienti con i figli, cordiali, gentili e sempre disposti a risolvere i problemi di tutti.
Forse questo è l’aspetto che più mi piace della famiglia Addams, infatti il telefilm e anche i film, non mi divertono molto, sono troppo macabri per i miei gusti.
Certo non è più un tradizionale e canonico carnevale in cui ci si maschera da Arlecchino e Pulcinella, da Damina e da Zorro della nostra infanzia. I personaggi cambiano, alcuni anni fa i bambini indossavano buffi costumini da cane Dalmata ora le bambine si vestono come le loro beniamine Winks. Molto bello è assistere, l’ultimo giorno di Carnevale alla festa che si svolge a Rimini in piazza Cavour, dove i bambini con indosso i costumi di Carnevale danno libero sfogo alla loro fantasia, intrecciando canti e balli, fra lanci di coriandoli e stelle filanti.
A poi.
lunedì 14 gennaio 2008
Ricordi di un bella vacanza a Bagno di Romagna
Good morning my darling.
Proprio l'altra sera, mentre faticavo un po ad addormentarmi, ho ripensato all'ultima vacanza che ho fatto a Bagno di Romagna, proprio prima di Natale.
Avevo già trascorsi un breve periodo all'Hotel Terme Sant'Agnese così questa volta sono andata all'Euroterme.
L'albergo è molto bello e lussuoso, e senza badare a spese ho prenotato la suite, a proposito non ero da sola, ma con l'autore delle bellissime fotografie che vedete a corredo di questo breve articolo. E stato tutto perfetto ma forse la cosa che più mi è piaciuta è stata la lunga passeggiata nel bosco del Palagio, dove siamo arrivati quasi per caso. Respirare l'aria frizzante delle Dolomiti, a noi ragazzi cresciuti in riva al mare, ha dato una piacevole sensazione di freschezza.
Chiaccherando, passeggiando e facendo fotografie sono passate quasi tre ore. La neve dava al paesaggio sotto di noi illuminato dal sole una immagine di purezza e pulizia.
Un altro momento molto bello è stato il bagno nella splendida e moderna piscina termale dell'hotel Euroterme.
domenica 13 gennaio 2008
Sentimenti
La differenza tra ranconre e risentimento, è che il rancore (The grudge) tende a mantenersi nel tempo mentre il risentimento è passeggero. Il primo è legato a sentimenti di vendetta. Siamo davanti ad un bersaglio, cioè siamo davanti a colui o colei che ci ha offesi. Itinerari del rancore – di Renato Rizzi – Bollati e Boringhieri – pp. 272, € 14,00. Un intervistato in uno dei saggi che compongono il libro dichiara: “E’ come prendere un veleno e aspettare che l’altro muoia”. Il rancore avvelena anche chi lo prova e può portare verso la vendetta l’”offender” (termine anglosassone che indica colui che compie il delitto).
Alcune figure della religione, del mito e della letteratura ci mostrano i suoi effetti distruttori: il primo è Caino che odia Abele e lo uccide perché prediletto da Dio, la seconda è Medea che uccide per vendetta verso il marito Giasone i loro figli e infine Iago che per invidia porta morte e sventura.
Ma chi prova rancore prova anche dolore. L’unica speranza è che il rancore possa guidare chi lo prova ad una nuova consapevolezza di se, come ogni forma di sofferenza. Ma soprattutto ci si trova di fronte ad una scelta: quella tra la vendetta e il perdono.
giovedì 10 gennaio 2008
Le parole di Gesù sulla croce
…….si rivive quella vicenda che come diceva in un verso del suo Evangeliaire (1961) il poeta francese Pierre Emmanuel: “E’ da duemila anni che i tuoi passi sanguinano per le strade, o Signore”.
Gesù aveva pronunciato quelle “sette parole” che Haydn ci ha offerto in una emozionante resa musicale. Ai crocifissori: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno!” (Luca 23,34). Alla madre e al discepolo prediletto Giovanni: “Donna, ecco tuo figlio! Ecco tua madre!” (Giovanni 19, 26-27). Al malfattore pentito: “In verità ti dico: oggi sarai con me nel paradiso” (Luca 23,43). “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, citazione del Salmo 22 (Matteo 27,46). “Ho sete” (Giovanni 19,28). “Tutto è compiuto!” (Giovanni 19,30). “Padre, alle tue mani affido il mio spirito”, citazione del Salmo 31 (Luca 23,46).
mercoledì 9 gennaio 2008
In vacanza a Rimini
Ma torniamo a Woody Allen e all’ingenuo Jerry Falk, suo protagonista di Anything Else.
.....Ma non è l'unico paradosso che destruttura l'universo alleniano: lui, l'uomo mite e indifeso per antonomasia, qui esalta una filosofia di sopravvivenza aggressiva: restiamo sorpresi quando lo vediamo spaccare a colpi di crick il parabrezza dell'auto di due muscolosi prepotenti e quando racconta di aver sparato ad un poliziotto, che aveva detto che "Auschwitz era un parco a tema".
Il peso della storia - quella ebraica -, si sviluppa nel gioco dell'alter-ego. Dobel è ossessionato dalla memoria dell'olocausto, ammonisce che "il mondo è il cancro, l'elettrochoc e la camera a gas". Nel suo transfert liberatorio Allen discorre ancora una volta di arte, vita e sesso ("sentirsi rifiutare i rapporti provoca il cancro..."), concede anche una possibilità alla precarietà dell'esistenza ("anche un orologio fermo, due volte al giorno segna l'ora giusta"), diffida della pratica dell'analisi, lascia al tassista di turno il riformulare, in chiusura, la frase-titolo di questa sua opera: il mistero inesplicabile della vita? "You know? It's like anything else". È come tutto il resto della vita.
Presentato come film di apertura alla Mostra del Cinema di Venezia del 2003, "Anything Else" ha riscosso grande successo di pubblico, ma soprattutto ha rivelato, se possibile, un nuovo aspetto della personalità del regista: si tratta infatti di uno dei film più duri, di tutta la produzione del regista, e se si tiene conto che Allen non è mai molto tenero nelle sue critiche sociali ci si può fare un'idea di che cosa ci aspetta.
Con la sua crudele ironia ed il suo brutale sarcasmo, Dobel svela a Jerry aspetti della vita su cui difficilmente ci soffermiamo; chi di noi vorrebbe vivere pensando a tutto quello di negativo e di sbagliato c'è nella propria società? Non cerchiamo forse tutti di vedere e di cogliere solo il meglio della vita di cui facciamo parte? Ebbene, David Dobel, con il suo pessimismo, apre gli occhi all'illuso Jerry, svelandogli aspetti del suo mondo che egli si rifiuta di cogliere.
Interessante il ruolo che Allen si è riservato in questo film; non è più sua la parte dell'uomo inadatto al vivere, che non si sa relazionare, vittima delle mamme, delle mogli, delle fidanzate, ma del suo alter-ego, Jason Biggs che ha oggi questo ruolo ("Vorrei suicidarmi, ma ho talmente tanti problemi che non sarebbe una soluzione"). Allen tiene per sé la parte di un uomo che è uscito dall'esperienza della vita con tanta rabbia, odio sociale, disillusione e complessi, e che ha deciso di ribellarsi, sia pure attraverso vie non del tutto legali. La colonna sonora è realizzata con la pacata e sensuale voce di Billie Holliday. Titoli alleniani: scritta bianco su sfondo nero e presentazione degli attori in rigoroso ordine alfabetico (il che gli consente, salvo eccezioni comunque calcolate, di apparire sempre per primo!).
sabato 5 gennaio 2008
L'ultima sera dell'anno al Ristorante "I tre re"
Buongiorno, e buon inizio anno
si lo so sono un po’ seria ma mi sono resa conto che ho chiamato il mio blog parliamo inglese e invece parlo quasi sempre in italiano, ma ho incominciato a studiare informatica con il mio mentore, parlo di web, scrivo qualche articolo, provo il linguaggio html e così ho quasi abbandonato lo studio di questa lingua straniera. Adesso incomincio una nuova raccolta di dvd-cd con il giornale La Repubblica per un nuovo corso di Inglese. Vedremo come andrà a finire.
Volevo parlarvi un po’ di un film di Woody Allen che ho rivisto qualche giorno fa e che mi è piaciuto ancora di più della prima volta, il film è Anything Else. A cosa serve avere un alter-ego? A distaccarsi da sé stessi, a guardarsi dall'esterno, ad entrare in dialettica con se stesso, a rileggere le proprie manie e scoprirne di nuove.
In Celebrity Allen aveva sentito il bisogno di un sostituto sulla scena che lo rappresentasse, qui invece si sdoppia, e relega per sé un personaggio di spalla. Lui è David Dobel, professore di un Liceo Pubblico e autore di testi alle prime armi, che fa da mentore a un giovane scrittore comico, al quale dispensa grazie alle sue esperienze di vita pillole di saggezza.
L'attore Jason Briggs presta la sua incertezza giovanile ad un personaggio che di Allen incarna tutte le fisime e le nevrosi.
Jerry guarda in macchina (come faceva Woody nei suoi primi film) e parla con noi e con il collega più anziano David Dobel, per sbrogliare la sua tormentata matassa amorosa e professionale, e proprio David-Woody (che non ha mai voluto lasciare la sua Manhattan!) lo incita a lasciare a tutto e fare il grande salto: trasferirsi in California dove lo aspetta un nuovo lavoro e sicuramente una nuova vita.
giovedì 3 gennaio 2008
Iniziamo a studiare i filosofia
Good Morning my dear friend
Ho deciso di iniziare l’anno dando un impronta più culturale al mio blog e così cercherò di parlare per incominciare, di filosofia. Ho scelto Arthur Schopenhauer solo perché ho aperto un giornale e c’era un articolo che parlava di lui, altrimenti sai quanto tempo avrei perso per organizzare il lavoro!!
Così incominciamo. Di Lui dicono che sapeva pensare e scrivere..
Ho letto che per leggere e comprendere Schopenhauer non c’è bisogno di grandi mediazioni. Anche se a leggere solo il titolo delle opere suggerite viene mal di testa: “Mondo come volontà e rappresentazione” e “Parerga e paralipomeni”, opera pubblicata nel 1851 che gli valse un tardivo e insperato successo.
Nel capitolo “Pensare da sé” si legge che “soltanto i propri pensieri fondamentali possiedono verità e vita. Perché soltanto questi si comprendono a fondo, realmente e completamente. I pensieri altrui letti nei libri sono gli avanzi un pasto altrui….”. Per cui esorta a non diventare bibliofilosofi ma ad ascoltare il vero filosofo che alberga in ognuno di noi. Per di più oggi l’opportunità di pensare da sé è consentita ad un numero di persone più elevato rispetto ai tempi di Schopenhauer.
Su un punto non è stato molto chiaro. Ha chiamato volontà il concetto fondamentale della sua filosofia, ciò ha generato infinite confusioni in quanto sembra rimandare a qualche cosa di umano, alla libertà del volere. Invece lui non ha in mento questo in quanto parte dall’idee di noumeno, ciò che è reale sta aldilà della nostra conoscenza.
Avrebbe fatto meglio a chiamarla energia. Seguendo le orme di Kan concepì le infinite galassie come materia in movimento, tutta la materia poteva essere trasformata in energia.
Non ha niente a che fare con la volontà. Schopenhauer, che era ateo espresse la approvazione per forme di ascetismo e automortificazioni immaginando una serie di stadi necessari per il rifiuto finale e definitivo della volontà. Qualche cosa di simile al nirvana dei buddisti. Non so se è tutto chiaro, probabilmente dovrò ritornare sull’argomento. Domani vi racconto che cosa ho fatto l’ultima sera dell’anno.
Good night.